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Intervista a Piergiorgio Boscagin, Presidente del circolo Legambiente “Perla Blu” di Cologna Veneta

11 Ottobre 2017

 

Legambiente aveva invitato più volte la Regione a rispondere sul tema dei PFAS, qual è la tua opinione in merito ai limiti proposti da Luca Zaia?

Penso che i limiti proposti da Zaia siano strategici dal punto di vista politico in vista del Referendum sull’autonomia del Veneto per diversi motivi. I limiti sui valori di PFAS imposti dall’Istituto superiore di Sanità nel 2014 potevano già essere abbassati dalla regione Veneto, oltretutto i costi per raggiungere tali limiti sarebbero stati inferiori rispetto a quelli a cui si andrà incontro adesso.

Inoltre, la Regione dichiara che servono quattro anni per abbassare i valori di PFAS: il problema PFAS era già noto dal 2013, si è avuto il tempo necessario, ma nessun provvedimento è stato attuato. Una situazione di emergenza è diventata una costante.

L’unica soluzione è cambiare le fonti di approvvigionamento dell’acquedotto: i limiti proposti da Zaia non faranno cambiare tali fonti di approvvigionamento.

 
Cosa è cambiato a settembre sul tema PFAS secondo te?

A settembre, grazie alla pubblicazione dei risultati dello screening sanitario condotto sugli abitanti di alcuni comuni interessati, c’è stata una maggiore presa di consapevolezza del problema, a cui ha fatto seguito una mobilitazione di gruppi e comitati locali. Tuttavia questo non basta: occorre mobilitarsi affinché venga effettuato uno screening di tutta la popolazione coinvolta e vengano analizzate le fonti di approvvigionamento delle acque di irrigazione e i reflui industriali.

 
Quali sono le priorità nei prossimi due-tre mesi secondo Legambiente?

Benché il problema dei PFAS nelle acque sia emerso nel 2013, secondo ArpaV la popolazione è esposta a tale inquinamento dal 1976-1977. Pertanto la priorità assoluta è quella di mobilitarsi affinché inizino i lavori per ottenere nuovi allacciamenti all’acquedotto.

 
Un tuo commento sulla manifestazione dell’8 ottobre

La posizione di Legambiente in merito alla manifestazione è spiegata nel nostro Comunicato. Il coordinamento appoggia la manifestazione, ma non partecipa: occorre, infatti, distinguere tra chi ha sempre agito nei riguardi di questo problema e le istituzioni locali e statali, che non hanno considerato il problema PFAS con adeguate attenzione e celerità. Le richieste oggetto della manifestazione (acqua pulita, screening a tutta la cittadinanza coinvolta, fermo della Ditta MITENI SpA, bonifica dei siti inquinati) sono state già condivise da Legambiente. Personalmente, invece, penso che la partecipazione dei sindaci possa essere semplicemente una mossa per coprire le mancanze di questi anni e una strategia politica in vista dell’imminente referendum.

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