Aria

Qualità dell’aria: novità normative e azioni in campo. Quali i reali impatti?

10 Novembre 2017

Il mese di ottobre è iniziato male per quanto riguarda la qualità dell’aria. Il valore limite giornaliero di PM10 previsto dalla legge italiana, in tutela della salute umana, è di 50 µg/m3 e non dovrebbe essere superato per più di 35 giorni l’anno. Tuttavia, i dati raccolti dalla centralina ARPAV situata nel Quartiere Italia a Vicenza, rilevano che a ottobre ci sono stati ben 12 giorni consecutivi di sforamento della concentrazione di PM10, dall’11 al 22. Già a febbraio di quest’anno è stato superato il numero di giorni annuo di sforamento consentito: ad oggi arriviamo a 67 giorni totali.

L’attività antropica, e in particolare la combustione, è la principale responsabile dell’inquinamento atmosferico, ovvero dell’alterazione della normale composizione chimica dell’atmosfera. Le sostanze alteranti sono i cosiddetti agenti inquinanti che possono avere natura particellare, come le polveri sottili (PM) o gassosa. Le polveri sottili sono particelle disperse in atmosfera di dimensioni inferiori ai 10 µm e si suddividono in primarie e secondarie: le prime sono emesse da veicoli, industrie, cantieri e dalla combustione del legno; le seconde si formano in seguito a reazioni chimiche e fisiche.

Come afferma Paolo Bonasoni dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) in un’intervista rilasciata il 10 ottobre 2017 per Adnkronos, il Veneto e le altre regioni del Bacino Padano (Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna) presentano specifiche condizioni orografiche e meteoclimatiche (scarsità di venti, frequenti fenomeni di inversione termica notturna, alta pressione atmosferica) che, combinate con l’assenza di pioggia, favoriscono la formazione e l’accumulo nell’aria di inquinanti, producendo così delle situazioni di inquinamento diffuso che rendono difficile il rispetto dei valori limite di qualità dell’aria. Per questo motivo ed in seguito a due procedure di infrazione avviate dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia per i continui e prolungati superamenti della soglia limite di PM10, il 9 giugno 2017, le regioni interessate hanno firmato un nuovo “Accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano”, il secondo siglato dalle quattro regioni. Già a dicembre del 2013, infatti, era stato sottoscritto un altro accordo di programma diretto ad assicurare la realizzazione coordinata e congiunta di misure addizionali di risanamento dell’aria.

Il compromesso raggiunto prevede una serie di interventi comuni in aggiunta a quelli già esistenti e contenuti nei Piani regionali della qualità dell’aria. Sono diversi gli impegni che le regioni del Bacino Padano devono prendere, fra questi, quello che ha un impatto a livello locale riguarda la circolazione dei veicoli. L’intesa prevede la limitazione della circolazione dall’1 ottobre al 31 marzo di ogni anno, da applicare entro il 2018, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30, per le autovetture e i veicoli commerciali di categoria N1, N2, N3 ad alimentazione diesel, di categoria uguale o inferiore all’Euro 3. La limitazione dovrà poi essere estesa alle categorie Euro 4 entro il 2020 ed Euro 5 entro il 2025. Questi divieti, però, si applicano prioritariamente alle aree urbane dei comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti presso i quali opera un adeguato servizio di trasporto pubblico locale e ricadenti in zone dove risulta superato uno o più valori limite del PM10 o del NO2.

Il Comune di Vicenza, che per numero di abitanti rientra nei termini dell’accordo, ha previsto, con apposita ordinanza, il blocco del traffico invernale, da lunedì a venerdì a partire dalle 9 fino alle 12 e dalle 15 alle 18, ai veicoli Euro 0 ed Euro 1 benzina ed Euro 1 e 2 alimentati a gasolio. Tale divieto comporterà, nelle ore lavorative, il blocco del 15,82% delle autovetture e motovetture immatricolate a Vicenza (Fonte: dato elaborato partendo dal dataset “parco circolante di autoveicoli e motoveicoli” presente sul sito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti). Oltre al comune di Vicenza, a livello provinciale, solamente Bassano e Schio contano più di 30.000 abitanti e rientrano quindi nell’accordo siglato. I restanti comuni della provincia (che sono 118) rimangono invece esclusi lasciando scoperta una popolazione pari a 671.634 abitanti.

Viste le considerazioni appena fatte, riteniamo che le misure in atto non siano sufficienti a risolvere il problema delle polveri sottili nella Pianura Padana, ecco allora alcune proposte di miglioramento e di stimolo che Legambiente ha sviluppato. In primo luogo, sarebbe opportuno estendere i divieti di circolazione anche a tutti i veicoli Euro 0 ed Euro 1 e ai veicoli a gas Euro 0 ed aggiungere un più efficace meccanismo di controllo per vigilare in tempo reale sui trasgressori. In secondo luogo, sarebbe necessario implementare politiche che incentivano l’uso di veicoli elettrici in sostituzione a quelle che promuovono la rottamazione delle auto che, si è visto, non sono servite a migliorare la qualità dell’aria. Infine, riteniamo possa essere efficace introdurre delle tasse automobilistiche che penalizzino il possesso di auto vecchie e inquinanti e dei limiti di velocità nelle autostrade in funzione dell’inquinamento.
Accanto a questi interventi, ecco le 10 mosse che Legambiente chiede per uscire dall’emergenza smog e vivere meglio: ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città per favorire sicuri spostamenti a piedi e in bicicletta; aumentare il verde urbano; promuovere una mobilità a emissioni zero; potenziare il trasporto pubblico; fissare standard ambientali più alti per l’utilizzo di veicoli privati; istituire zone a pedaggio urbano e implementare una differente politica tariffaria sulla sosta; riqualificare gli edifici pubblici e privati per ridurre i consumi energetici; vietare l’uso di combustibili fossili inquinanti nel riscaldamento degli edifici; garantire un serio e capillare sistema di controlli su emissioni di auto, caldaie ed edifici; intervenire infine anche sulle altre fonti inquinamento.

Elena Ceretta e Giulia DallePalle

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