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Progetto NewLife – #3 Parco Retrone: il nuovo progetto dell’aula didattica

13 Maggio 2022

Cosa cambierà con il nuovo assetto dell’aula didattica del parco?
Ne abbiamo parlato con Gregorio Guasina, l’architetto che ha seguito il progetto di riqualificazione.  Se vuoi aiutarci a portarlo a termine,  puoi donare con un semplice click l’importo che vuoi dalla piattaforma New Life di Crédit Agricole.

Ciao Gregorio. Tanti anni come volontario in Legambiente Venezia, oggi architetto e autore, insieme ai soci di Legambiente, del progetto di riqualifica dell’aula didattica al Parco Retrone. In che rapporto si pone questo nuovo progetto rispetto al precedente? Su quali aspetti di innovazione ha puntato?

Il nuovo progetto dell’aula didattica al Parco Retrone è un’implementazione del progetto precedente. Si va ad intervenire raddoppiando i posti a sedere e diversificando la forma delle panche. Abbiamo anche scelto di investire su materiali differenti rispetto al passato: le vecchie panche in legno, dopo anni di esposizione al sole e alle intemperie, hanno mostrato segni di cedimento sui quali non era più possibile effettuare interventi di ripristino.

Che origine ha il materiale che sarà utilizzato per le sedute? 

Le nuove panche saranno in 100% plastica riciclata, un materiale sostenibile, concepito per arredi esterni, esente da manutenzione. Abbiamo scelto forme pulite e lineari, che facilitino la pulizia e la cura degli arredi. Lavoreremo insieme ad un’azienda locale che da molti anni produce profili con miscele di materie plastiche (prevalentemente polietilene e polipropilene) provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e degli imballaggi. Questo materiale ha ottimi livelli di durabilità e qualità tecnica: è inattaccabile da batteri, funghi e muffe; è resistente agli agenti atmosferici, quali sole, gelo, pioggia, umidità.

L’idea di un’aula didattica in mezzo al verde risale al progetto iniziale del Parco Retrone, ma forse è proprio grazie a questo momento di profonda crisi globale che ha ritrovato forza. Com’è cambiato lo sguardo dell’architettura con la pandemia?

Ripensare la didattica attraverso l’ausilio di spazi esterni è un’esigenza che, soprattutto dopo gli ultimi anni, è emersa con grande forza. Durante il Covid abbiamo a maggior ragione riscoperto quanto preziosi siano gli spazi esterni, dal balcone di casa al parco. La rigenerazione di queste aree risponde all’esigenza dei cittadini di socialità, in particolare per quanto riguarda i più giovani, che hanno bisogno di luoghi dove vivere l’apprendimento anche in maniera non formale e in un’ottica di apertura al territorio. L’architettura, in questo periodo così critico a livello globale, ha ragionato sul bisogno di immaginare nuovi spazi da vivere “insieme”, in cui il limite tra il privato e la comunità diventa più fluido. A livello internazionale è percepito come sempre più necessario un cambio di paradigma, un ripensamento delle aree urbane. Come cittadini ci siamo riappropriati di quei luoghi che spesso davamo per scontati, ricominciando a popolarli e guardandoli con occhi diversi. Ma allo stesso tempo, siamo chiamati a prendercene cura in quanto patrimonio collettivo.

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