Territorio

Manifesto – Parco della Pace, bene comune

10 Aprile 2012

Vicenza, 10 febbraio 2012

Preambolo

Questo testo non vuole in alcun modo essere definitivo. Rappresenta la prima versione di un ragionamento iniziato collettivamente e che dovrà affinarsi, concretizzarsi e diventare via via più completo con il contributo di tante e tanti. Esso può essere sottoscritto da gruppi, associazioni e singoli cittadini che, condividendone gli spunti, potranno contribuire a migliorarlo.

1. Premessa: questa terra è la nostra terra, il parco è un bene comune.
Il Parco della Pace è il frutto delle azioni di ognuno di noi; non una semplice scelta urbanistica, ma una conquista concreta seguita alla mobilitazione popolare di decine di migliaia di donne. Senza la determinazione di tante e tanti vicentini, infatti, oggi non ci sarebbe il parco, perché quell’area sarebbe entrata nelle pertinenze militari della nuova base statunitense al Dal Molin i cui progettisti avevano già previsto un utilizzo dell’area.
La storia da cui nasce il Parco della Pace, dunque, è una storia di impegno civico di migliaia di cittadini. Quel grande prato verde è la metafora di un percorso sociale che ha visto partecipe una parte maggioritaria della comunità locale, il frutto della scelta consapevole ed espressa di quasi 25 mila persone che hanno partecipato alla consultazione referendaria autogestita del 5 ottobre 2008.
Per sua natura, dunque, l’area del Parco della Pace è un’area comune, nella misura in cui essa si è sviluppata da idea a possibilità concreta per la volontà di migliaia di persone. Questo significato, sociale e politico, deve essere alla base del futuro del Parco della Pace e delle sue forme di gestione. Il Parco della Pace è un bene comune: è questa la grande suggestione civica che propone quell’area verde.

2. Principi e obiettivi: costruire gli strumenti per la gestione comune dei beni comuni.
Dal 31 dicembre 2011, il Parco della Pace è nella disponibilità dell’amministrazione comunale, che dovrà provvedere alla bonifica bellica e alla progettazione del suo utilizzo futuro.
Crediamo che quell’area debba rappresentare un grande laboratorio di sperimentazione di nuove pratiche di partecipazione civica che tendono verso i beni comuni. Perché questo diventi realtà, è necessario porsi il problema di superare la dicotomia tra pubblico e privato, affermando che uno spazio come quello deve essere comune, ovvero gestito da una soggettività plurale e partecipata.
Ci impegnamo a sviluppare una carta dei principi del Parco della Pace che riconosca, tra gli altri, i seguenti principi fondamentali:
– l’estraneità della guerra e dei suoi strumenti, del razzismo, della xenofobia e della discriminazione all’interno di un’area che vuole parlare di pace e dignità, solidarietà, interculturalità, diversità, partecipazione e democrazia;
– la necessità di articolare un approfondimento sul tema del comune, che escluda il privato e superi il pubblico nella forma di gestione dell’area, attraverso la ricerca di una soggettività giuridica capace di ospitare la grande complessità sociale interessata a far vivere quel territorio;
– l’assenza di esclusività nell’utilizzo dell’area e delle strutture da parte di qualsiasi soggettività, rispettando l’idea che un territorio, per essere di tutti, non deve essere di nessuno.
In questo senso, facciamo nostro il documento presentato l’undici settembre 2011 da un ampio ventaglio di realtà cittadine e provinciali – e condiviso dal sindaco Achille Variati – che elencava una serie di vincoli sui quali caratterizzare il futuro del Parco della Pace, espressi nei seguenti punti:

1. il Parco della Pace deve essere uno spazio che si fa rappresentazione concreta e quotidiana di alcuni valori fondanti, quali la solidarietà e l’interculturalità, la difesa e la valorizzazione dei beni comuni, la centralità della ricerca della partecipazione come fondamento della sua gestione; democrazia, partecipazione, pace e beni comuni devono essere interpretati come elementi costituenti e come filo conduttore delle attività da svolgere all’interno dell’area;

2. è imprescindibile un concetto già espresso dall’architetto Kippar: il Parco della Pace deve rappresentare un vuoto all’interno di un tessuto urbano saturo di spazi pieni; a riempirlo non devono essere strutture ed edificazioni, ma la densità espressa dalla socialità e dalla creatività civica. Crediamo, perciò, che nessuna nuova struttura non indispensabile al funzionamento del parco debba essere costruita all’interno dell’area;

3. la partecipazione è un elemento fondante del Parco della Pace, da immaginare non soltanto come uno spazio fisico, ma anche come un laboratorio sociale;

4. il Parco della Pace deve essere di nessuno perché possa essere di tutte e tutti: perché questo avvenga e perché esso possa rappresentare davvero lo spazio della partecipazione, crediamo non vi debbano essere ospitate presenze stabili e a tempo indeterminato; chiunque si riconosca nel valori espressi dal Parco della Pace deve poter proporvi all’interno attività senza però mettervi radici, nell’ottica di preservare quest’area come casa comune che, di conseguenza, non è sede di nessuno;

5. il Parco della Pace deve avere una vocazione intercomunale perché rappresenta un patrimonio di tutto il territorio e delle donne e degli uomini che lo abitano.

3. Le nostre proposte.
A partire da quanto abbiamo appena scritto, proponiamo che:
– le risorse assegnate dal Cipe all’amministrazione comunale per il Parco della Pace siano destinate alla bonifica dell’area, al recupero delle strutture esistenti e alla realizzazione dei sottoservizi necessari alle future attività;
– alle aziende coinvolte nei lavori di realizzazione dell’installazione militare statunitense sia preclusa la possibilità di lavorare all’interno del Parco della Pace, mentre gli interventi necessari siano assegnati a ditte vicentine individuando, nella scelta delle imprese cui affidare i lavori inerenti il Parco, quelle realtà che svolgono anche un ruolo sociale nel contesto territoriale in cui sono inserite, e che orientano alla sostenibilità il loro modo di lavorare e l’acquisto dei mezzi di produzione;
– la progettazione delle attività future e la gestone del Parco della Pace siano assegnate a un soggetto giuridico di nuova costituzione che rappresenti tutte le realtà del tessuto sociale che sono interessate a partecipare e si riconoscono nei valori fondanti di quell’area;
– che il soggetto giuridico sopracitato non abbia in proprietà, bensì in gestione, l’area e le strutture; che, a loro volta, i soggetti che fanno parte di tale soggetto giuridico non debbano avere l’esclusività di alcuno spazio o attività all’interno dell’area;
– optare per progetti che si sviluppino nell’ottica della sostenibilità ambientale e della riduzione dell’impronta ecologica.

Crediamo che il Parco della Pace e le attività che saranno ospitate al suo interno dovranno caratterizzarsi, pur non escludendo altre possibilità, intorno alla promozione
– della cultura della pace, dei diritti umani e del confronto interculturale;
– della cultura dei beni comuni, anche attraverso percorsi educatvi;
– della valorizzazione della terra, della tutela dell’ambiente e del territorio, anche attraverso orti urbani e attività di coltivazione che sappiano coinvolgere i produttori locali;
– delle energie rinnovabili per il sostentamento energetico del Parco;
– del riuso e del riciclo, a partire dalle strutture stesse del Parco;
– dello sport dilettantistico come strumento di socializzazione;
– dell’arte giovanile;
– del volontariato della Terza Età;
– delle attività cooperativistiche, anche attraverso il coinvolgimento di cooperative sociali già presenti nel territorio.

Queste linee guida non escludono altre possibilità – perché il Parco della Pace, nel suo essere un laboratorio civico di partecipazione, non può che essere uno spazio sempre aperto a novità e mutazioni – ma intendono dare alcune prime bussole sulle opportunità offerte da quel territorio.

Per raggiungere i sogni e le suggestioni che abbiamo elencato in queste pagine, noi cittadini, associazioni e gruppi che guardano al Parco della Pace come bene comune, ci costituiamo in COMITATO PROMOTORE PER IL PARCO DELLA PACE BENE COMUNE e chiediamo all’amministrazione comunale di mettere a disposizione della cittadinanza la palazzina d’ingresso dell’area quale spazio di confronto tra cittadini e luogo nel quale proseguire il percorso sociale descritto in queste righe.

GRUPPI E REALTA’ ASSOCIATIVE
Presidio Permanente NoDalMolin
Associazione Beati i Costruttori di Pace
Associazione Equistiamo
Volontari di Emergency Vicenza
Circolo Legambiente Parco Retrone
Circolo Legambiente Vicenza
Circolo Legambiente Monticello C. Otto
La Fabbrica di Nichi
Associazione Civiltà del Verde
Associazione Pensionati per la Pace
Associazione ArteOltre
Associazione RancurArte
Fiom Cgil di Vicenza

SOTTOSCRIZIONI INDIVIDUALI
Cinzia Bottene
Filiberto Dal Dosso
Patrizia Mangano
Antonio Santini
Claudio Tonellotto
Marco Palma
Lorena Garzotto
Olol Jackson
Maurizio Segna
Bruno Cazzola
Guido Zentile
Irene Rui
Pak Aman
Cristano Pretto
Enrico Marchesini
Guido Lanaro
Adalberto Bresolin
Valentina Dovigo
Guglielmo Vernau
Carlo Presotto
Federico Varsi
Massimo Maso
Vito Lovato
Paola Ziche
Giulio Filosofo
Maria Casonato
Roberto Dal Lago
Mauro Alberi
Mario Basso
Romana Caoduro
Nicoletta Dal Martello
Rosetta Cappellari
Patricia Zanco
Pierangelo Miola
Francesco Rugiero

Parliamo di...